martedì 15 novembre 2011

PASSEGGIANDO CON L'ANIMA. fotografie di Francesco Saverio Fienga



"Una sorpresa!
La lenta, progressiva scoperta di questo territorio
ricco di storia e cultura millenaria"

F.S.F.

Nebbia a Napoli
Francesco Saverio Fienga




Passeggiando con l'anima
di Mario Scippa

Quando ero ragazzo pensando al 2000 pensavo a macchine volanti a incredibili viaggi nello spazio e nel tempo, ero affascinato dall'idea che il progresso tecnologico ci poteva far vivere immagini e sensazioni impensabili.
In parte tante vertiginose conquiste sono state fatte dalla tecnologia, tante, in particolare nel campo delle immagini.
Ma, la fotografia, la fotografia fatta di luce, riflessa e incidente, e di ombre, scrivere con la luce, il bianco e nero, sembra essere intramontabile ed insostituibile come linguaggio per poter trasmettere una emozione attraverso una immagine.
L'essenzialità e la padronanza della luce come segno è ciò che contraddistingue chi la fotografia la scatta prima con la sua mente e poi con un attrezzo tecnico è ciò che contraddistingue le immagini di questo lavoro, di questa passeggiata con l'anima. La luce, l'ombra, il tempo. Solo il bianco e nero può a mio avviso farci sentire tutta la valenza semantica e poetica di questi elementi, tipici fonemi del linguaggio fotografico per una costruzione di una immagine operando attraverso una sottrazione di materia.

La prima cosa che il bianco e nero di Fienga mi trasmette è la dimensione temporale della lentezza.
Sì, La lentezza! Quella sensazione di avvertire tutto lo spessore del tempo, che scorre inesorabilmente con tutta la sua velocità attraversando la nostra esistenza. La lentezza e il silenzio: dimensioni che ci fanno sentire e vedere cose che altrimenti sfuggirebbero confuse nel caos del divenire.
Oggi siamo abituati ad immagini che devono sorprendere, devono essere spettacolari, devono scioccare, scandalizzare e gli osservatori-fotografi-guardoni della realtà che, per soddisfare questa esigenza, diventano loro stessi spettacolari, esuberanti, prodotti del loro stesso prodotto. Prodotti che poche volte però esprimono bellezza.
Quando ci troviamo davanti ad immagini come quelle di Fienga, invece, ci accorgiamo che quelle immagini, che possono anche apparire scontate ad una superficiale osservazione, senza urlare sussurrano bellezza e ci trasportano oltre ciò che appare scontato.


Oggi, più che mai, abbiamo bisogno di momenti silenziosi, di percepire lo spessore del tempo, dare valore allo spazio in cui le nostre esistenze si muovono e in cui le nostre radici affondano.
Oggi questo è il linguaggio che io amo, un linguaggio riflessivo, poetico, silenzioso, che porta a meditare, a pensare, senza alcun artificio in più, che non sia la scrittura di luce.
Amo quel linguaggio, come quello di Fienga, che è un delicato filtro tra noi e la magica dimensione spazio-temporale espressa dalla fotografia e che proietta il nostro sguardo in una dimensione a-temporale e a-spaziale.
M. S.

Casina vanvitelliana al Fusaro
Francesco Saverio Fienga

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